BENVENUTI

SUL SITO DELLO STUDIO DI

CONSULENZA PSICOLOGICA E PROGETTAZIONE SOCIALE 

DELLA PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA 

GIOVANNA MAIELLA

 

"Il mio studio, il mio spazio di ascolto, una stanza per Noi, un angolo di mondo tutto per Te, dove potrai lasciare andare i pensieri più scomodi, le paure indicibili, i desideri nascosti, le parole inascoltate, le esperienze che non si dimenticano. Un luogo fisico e psichico dove scoprire le tue sfumature inutilizzate e dove allenare le tue risorse infinite. La tua palestra per la cura di Te. La tua officina dove disegnerai mappe di vecchie e nuove relazioni, studierai e ripercorrerai confini, strade e stanze. Mettendo a punto la tua cassetta degli attrezzi, le tue strategie che ti aiuteranno a vivere meglio situazioni, persone e relazioni. L'entrata in un altrove dove progetterai i viaggi verso nuovi orizzonti e porterai con Te la capacità di continuare a farlo anche da solo e lontano da qui. Tutto mentre percorriamo un tratto di strada insieme all'insegna della Salute e del Benessere psicofisico." 
                                                                                  Giovanna Maiella

LA DOTTORESSA MAIELLA RICEVE SU APPUNTAMENTO A:

- SAN MARTINO SICCOMARIO (PV)

- VOGHERA (PV)

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- ROMA

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         Per Info studiomaiellagiovanna@gmail.com Cell. 3270422975

 

Novembre per la prevenzione e la promozione della salute Psicofisica

Salute Psicologica, verso una definizione!?!

Una condivisione per riflettere e approfondire nella giornata mondiale della Salute Psicologica:

Salute Mentale, una definizione possibile!?! Una definizione che aiuta a capire, che orienta!

 “La salute mentale è uno stato dinamico di equilibrio interno che consente agli individui di utilizzare le proprie capacità in armonia con i valori universali della società. Abilità cognitive e sociali di base; capacità di riconoscere, esprimere e modulare le proprie emozioni, nonché di entrare in empatia con gli altri; flessibilità e capacità di far fronte a eventi negativi della vita e funzione nei ruoli sociali; e il rapporto armonico tra corpo e mente rappresentano componenti importanti della salute mentale che contribuiscono, in varia misura, allo stato di equilibrio interno.”

Si ritiene necessaria l'aggiunta di una nota che spieghi cosa si intende nella definizione con l'espressione “valori universali”, alla luce dell'uso fuorviante di tale espressione in determinate circostanze politiche e sociali. I valori a cui ci riferiamo sono: rispetto e cura di sé e degli altri esseri viventi; riconoscimento della connessione tra le persone; rispetto per l'ambiente; rispetto per la libertà propria e altrui.

Il concetto di " stato dinamico di equilibrio interno" vuole riflettere il fatto che epoche di vita diverse richiedono cambiamenti nell'equilibrio raggiunto: crisi adolescenziali, matrimonio, diventare genitori o pensionamento sono buoni esempi di epoche di vita che richiedono una ricerca attiva di un nuovo equilibrio mentale. Questo concetto include e riconosce anche la realtà che le persone mentalmente sane possono provare emozioni umane appropriate - tra cui ad esempio paura, rabbia, tristezza e dolore - mentre allo stesso tempo possiedono una capacità di recupero sufficiente per ripristinare tempestivamente lo stato dinamico di equilibrio interno.

Tutti i componenti proposti nella definizione rappresentano aspetti importanti ma non obbligatori della salute mentale; in effetti, possono contribuire in misura variabile allo stato di equilibrio, cosicché funzioni completamente sviluppate possono compensare un deterioramento in un altro aspetto del funzionamento mentale. Ad esempio, una persona molto empatica, fortemente interessata alla condivisione reciproca, può compensare un grado moderato di deterioramento cognitivo e trovare comunque un equilibrio soddisfacente e perseguire i propri obiettivi di vita.

Di seguito vengono fornite le principali ragioni alla base della scelta delle componenti comprese nella definizione.

Abilità cognitive e sociali di base sono considerati come una componente importante della salute mentale alla luce del loro impatto su tutti gli aspetti della vita quotidiana. Le abilità cognitive includono la capacità di prestare attenzione, ricordare e organizzare le informazioni, risolvere problemi e prendere decisioni; le abilità sociali implicano la capacità di utilizzare il proprio repertorio di abilità verbali / non verbali per comunicare e interagire con gli altri. Tutte queste capacità sono interdipendenti e consentono alle persone di funzionare nel loro ambiente. Il riferimento al livello "base" di queste capacità ha lo scopo di chiarire che i gradi di menomazione lievi sono compatibili con la salute mentale, mentre i gradi di menomazione da moderati a gravi, specialmente se non bilanciati da altri aspetti, possono richiedere il supporto di altri membri della società e una serie di incentivi sociali, come opportunità di lavoro agevolate, vantaggi finanziari o programmi di formazione ad hoc .

Anche la regolazione emotiva, ovvero la capacità di riconoscere, esprimere e modulare le proprie emozioni, è considerata una componente importante della salute mentale. E 'stato proposto come mediatore di regolazione dello stress, e un legame tra inappropriato o inefficace regolazione emotiva e depressione è stato trovato in studi clinici e di neuroimaging. Una varietà di opzioni di risposta emotiva modulata, che possono essere impiegate in modo flessibile, contribuiscono alla salute mentale di un individuo e l'alessitimia (cioè l'incapacità di identificare ed esprimere le proprie emozioni) è un fattore di rischio per disturbi mentali e fisici .

L'empatia, ovvero la capacità di sperimentare e comprendere ciò che gli altri provano senza confusione tra sé e gli altri, consente agli individui di comunicare e interagire in modo efficace e di prevedere azioni, intenzioni e sentimenti degli altri. L'assenza di empatia non è solo un fattore di rischio per la violenza e una caratteristica del disturbo antisociale di personalità, ma altera anche le interazioni sociali a tutti i livelli.

Anche la flessibilità e la capacità di far fronte agli eventi avversi sono considerate importanti per il mantenimento della salute mentale. La flessibilità si riferisce alla capacità di rivedere una linea di condotta di fronte a difficoltà o ostacoli imprevisti, cambiare le proprie idee alla luce di nuove prove e adattarsi ai cambiamenti che le diverse epoche di vita o situazioni contingenti possono richiedere. La mancanza di flessibilità può provocare un grande disagio per una persona che subisce cambiamenti di vita improvvisi e / o importanti ed è un aspetto importante di diversi disturbi psichiatrici, come la personalità ossessiva o il disturbo delirante.

La capacità di base di funzionare in ruoli sociali e di partecipare a interazioni sociali significative è un aspetto importante della salute mentale e contribuisce in particolare alla resilienza contro il disagio; tuttavia, l'esclusione sociale e la stigmatizzazione spesso compromettono la partecipazione sociale, quindi qualsiasi definizione di salute mentale che alluda a questo aspetto deve evitare di "incolpare la vittima" e analizzare attentamente i modelli sociali di stigmatizzazione, discriminazione ed esclusione che compromettono la partecipazione .

L'inclusione di una relazione armoniosa tra corpo e mente si basa sul concetto che mente, cervello, organismo e ambiente sono fortemente interconnessi e l'esperienza complessiva di essere nel mondo non può essere separata dal modo in cui il proprio corpo si sente nel suo ambiente. I disturbi di questa interazione possono provocare esperienze psicotiche, disturbi alimentari, autolesionismo, disordine dismorfico del corpo o cattiva salute fisica. (*)

Psicologa Psicoterapeuta Giovanna Maiella

Esercita la professione in presenza e on - line

Per Info studiomaiellagiovanna@gmail.com Cell. 3270422975

 

(*)Il contenuto del presente post è tratto dall’articolo Verso una nuova definizione di salute mentale”di Silvana Galderisi,  Andreas Heinz, Marianne Kastrup ,  Julian Beezhold ,  e Norman Sartorius. Pubblicato nel 2015 dalla rivista ufficiale dell’Associazione Mondiale di Psichiatria “Word Psychiatry” (WPA).

 

 

Terapia on-line

Consultazione e Terapia a distanza: Efficacia e stato dell'arte

Consultazione e Psicoterapia a distanza: efficacia e stato dell'arte
Consultazione e Psicoterapia a distanza: efficacia e stato dell'arte

Negli ultimi anni, accanto alla possibilità di svolgere la terapia classica nello studio dello psicologo  si sta facendo sempre più strada l’alternativa di collegarsi con il proprio terapeuta online, comodamente dal proprio ufficio o da casa. 

Questa soluzione offre notevoli vantaggi come la possibilità di svolgere la terapia anche se si è lontani o in un altro paese o nel momento in cui diventa difficile spostarsi da un punto all'altro della città a causa del traffico o dei ritmi frenetici della vita, che renderebbero impossibile ritagliarsi diverse ore per raggiungere lo studio del terapeuta, svolgere la seduta e poi tornare a casa. 


Ci si chiede ovviamente se questa opzione è efficace. Le ricerche ci dicono di si. Una terapia online, ad eccezione dei casi in cui il disturbo è molto grave, è efficace quanto la terapia face to face, con il vantaggio di ridurre le distanze e il tempo impiegato negli spostamenti, inoltre permette di dare una risposta immediata all’urgenza imposta dall’emergenza pandemia che ha messo molte persone a dura prova portando nella vita quotidiana tanta sofferenza e una dose di fragilità mai provata sino ad ora e la  conseguente necessità di rivolgersi ad uno psicologo. Si potrebbe pensare che la relazione tra lo psicologo e il paziente possa risentirne in termini di calore, empatia e vicinanza. In realtà, pur essendoci una distanza, il paziente può vedere il terapeuta attraverso lo schermo e percepire che è lì per lui, per ascoltarlo e supportarlo. In alcune persone, sembra che possa favorire una maggiore apertura e la nascita della fiducia necessaria a costruire una buona relazione terapeutica requisito fondamentale per la buona riuscita di un lavoro terapeutico.  

Ci sono persone che non possono rinunciare alla vicinanza fisica e in quei casi, la terapia a distanza è sconsigliata però potrebbe essere utile come un primo approccio a cui può’ seguire un intervento face to face perché il paziente deve sentirsi completamente a suo agio nel percorso terapeutico. 

In generale comunque è il professionista che valuta nei primi colloqui la possibilità della gestione di un percorso a distanza come una valida alternativa alla terapia in presenza. Io giá da tempo mi sono adeguata alle esigenze dei miei pazienti, e ho introdotto nella mia offerta di servizi anche la terapia online.


Il Consiglio Nazionale dell'ordine  degli Psicologi  giá dal 2004 pubblicava documenti per orientare gli iscritti nella gestione dei trattamenti on line e a distanza, nel 2013 si è espresso ulteriormente sull'argomento avviando ricerche nazionali, sulla scia della mole di lavori internazionali diffusi, di approfondimento e studio circa i risultati in termini di efficacia di questa prassi terapeutica con il documento “Raccomandazioni del CNOP sulle prestazioni psicologiche attraverso tecnologie di comunicazione a distanza"  e infine nel 2017 ha diffuso le linee guida dal titolo: "Digitalizzazione della professione e dell'intervento psicologico mediato dal web" in cui oltre alle indicazioni per i professionisti si può prendere visione di lavori di ricerca che hanno sondato la sovrapponibilitá delle terapie svolte in presenza e a distanza.

gio

15

apr

2021

Storia della parola "stress"

Stress ê una parola ormai "sulla bocca di tutti". Utilizzare questa parola del vocabolario inglese non significa adottare l'ennesimo termine straniero a discapito delle nostre radici linguistiche, dal momento che si tratta di un "prestito di ritorno": nell'antica Roma, la parola DISTRICTIA significava "stretta" l'etimo che in italiano ha dato origine a "strizzare".
Giunto nei paesi anglosassoni con le legioni Romane, il termine si è evoluta in STRESS e dal 1400 viene utilizzato con il significato di "accento tonico", l'accento che indica su quale sillaba di una data parola deve insistere la voce.
Nel 1800 viene usato in fisica per indicare la pressione applicata ad un oggetto e la reazione di opposizione dei materiali a un carico eccessivo. Ed è con questa accezione che viene mutuato per descrivere quanto avviene negli individui sottoposti a pressioni di varia natura.
Il "padre" universalmente riconosciuto della teoria dello stress associata all'uomo è Hans Selye.
Nato a Vienna nei primi anni del Novecento e trasferitosi in Canada per approfondire le sue ricerche di endocrinologia, scopre e documenta il peculiare meccanismo di risposta, automatico e inconsapevole, dell'organismo a fattori esterni inconsueti.
I suoi studi prendono avvio dalla scoperta che, a stimoli di diversa natura, segue una reazione fisiologica sempre simile, caratterizzata da uno stato di attivazione fisica con effetti a catena in tutto l'organismo. Nel 1936 definisce "stress" " la risposta 'strategica' dell'organismo nell'adattarsi a qualunque esigenza, sia fisiologica sia psicologica, cui venga sottoposto".
Nel processo di adattamento intervengono diversi sistemi - endocrino, immunitario e nervoso - che a loro volta innescano innumerevoli eventuali aggiustamenti, rendendo lo stress un fenomeno complesso da studiare.
Con questa definizione Selye apre le porte ad una visione sistemica dell'organismo, che non risponde ad una logica lineare, per cui ad una causa corrisponde un effetto e viceversa, ma che opera piuttosto attraverso un complesso concatenazioni di effetti fisiologici diversi da individuo a individuo.
Questa visione innovativa per quei tempi, inaugura un ricco filone di ricerca multidisciplinare sulle connessioni mente -corpo, nello studio delle quali solo recentemente si è iniziato a procedere più spediti.
A distanza di tanti anni non esiste ancora una definizione precisa di stress universalmente accettata e l'uso indiscriminato e a volte contraddittorio, del termine ha finito col creare una grande confusione.
C'è chi chiama stress lo stimolo (la pressione), chi utilizza lo stesso termine per definire la risposta dell'organismo (lo sforzo), mentre per altri ancora è il processo di interazione tra stimolo e risposta.
Ciascuno dei tra punti di vista innesca un approccio diverso nei confronti del fenomeno, ponendo l'accento ora sul fattore esterno, detto stressogeno o stressor, ora sulla risposta interna dell'organismo e quindi sul modo peculiare di ognuno di noi di fronteggiare gli stimoli esterni, detto coping.
Di fatto lo troviamo comunemente in uso in tutte e tre queste accezioni.
Lo psichiatra Malcolm Rogers della facoltà di Medicina dt Harvard ha definito il termine stress "incubo semantico" sottolineando la difficoltà di darne una definizione accettata da tutti e fa sorridere il pensiero che già nominandolo...
Inizia lo stress!

sab

12

ott

2013

ITACA (dove il cammino diventa la meta)



"Quando ti metterai in viaggio per Itaca
augurati che la strada sia lunga,
piena di avventure, piena di conoscenza.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Poseidone non temere,
simili cose sulla tua strada non troverai mai
se il tuo pensiero resta alto e un elevato sentimento
nutre il tuo spirito e il tuo corpo.
I Lestrigoni e i Ciclopi
né l’irato Poseidone incontrerai
se non te li porterai appresso nella tua anima
se la tua anima non te li porrà dinnanzi.
Augurati che la strada sia lunga.
Che siano molti i mattini d’estate
quando con grande piacere e gioia
entrerai in porti mai visti prima:
negli empori fenici indugia,
e acquista le fini mercanzie
madreperle e coralli, ebano ed ambre
e inebrianti profumi d’ogni sorta;
quanto più puoi inebrianti profumi:
recati in molte città egizie
per imparare ed imparare dai sapienti.
Nella tua mente abbi sempre Itaca.
Arrivarci è il tuo scopo.
Ma non affrettare per niente il viaggio.
Meglio che duri molti anni:
meglio che tu approdi all’isola, vecchio ormai,
ricco di tutto ciò che hai guadagnato lungo il cammino,
quando non ti aspettavi che Itaca ti desse ricchezze.
Itaca ti ha dato il bel viaggio.
Senza di lei non ti saresti messo in cammino.
Essa non ha più nient’altro da darti.
E se la troverai povera, Itaca non ti avrà ingannato.
Così saggio come sarai diventato, con tanta esperienza
tu avrai già capito cosa significhino tutte le Itache."

k.P. Kavafis
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sab

12

ott

2013

OGNI GIORNO POSSIAMO SCEGLIERE COME PORCI VERSO IL MONDO, CON LA VOLONTA' DI COSTRUIRE PONTI O CON LA VOLONTA' DI COSTRUIRE MURI.

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ven

01

mar

2013

RESILIENZA - Che cosa è e come si acquisisce?-

 


“Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza.
I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.”

Khalil Gibran

La morte di un caro, la perdita del lavoro, una malattia grave sono esperienze di vita che mettono a dura prova l’equilibrio psicologico della persona:emozioni forti e in senso di profonda inquietudine ed incertezza prendono il sopravvento e la persona potrebbe sentirsi come un “puzzle che va in pezzi”. Difficile leggere l’evento, collocarlo nella giusta prospettiva, attribuire responsabilità e onori: tutto sembra nebuloso, il tempo scorre dettato dallo stato d’animo e le cose acquistano un sapore diverso. Alcuni si adattano presto, altri richiedono un processo più laborioso e faticoso: ma da cosa deriva questa differente capacità di resistere agli “urti” della vita?O meglio, perché ci sono individui più o meno resilienti?
La resilienza, termine derivato dalla scienza dei materiali e indicante la proprietà che alcuni materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione.
In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.
È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità.
Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.
Si può concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto con l'esperienza, i vissuti e, soprattutto, con il modificarsi dei meccanismi mentali che ad essa sottendono.
In questo modo, la persona "resiliente" può essere considerata quella che ha avuto uno sviluppo psico-affettivo e psico-cognitivo sufficientemente integrati, sostenuti dall'esperienza, da capacità mentali sufficientemente valide, dalla possibilità di poter giudicare sempre non solo i benefici, ma anche le interferenze emotivo-affettive che si realizzano nel rapporto con gli altri.
È inoltre una capacità che può essere appresa e che riguarda prima di tutto la qualità degli ambienti di vita, in particolare i contesti educativi, qualora sappiano promuovere l’acquisizione di comportamenti resilienti.
Le persone con un alto livello di resilienza dunque, riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. L’esposizione alle avversità sembra rafforzarle piuttosto che indebolirle. Esse tendenzialmente sono ottimiste, flessibili e creative; sanno lavorare in gruppo e fanno facilmente tesoro delle proprie e delle altrui esperienze.
Ma cosa fa si che un individuo sia più o meno resiliente?
A determinare un alto livello di resilienza contribuiscono diversi fattori, primo fra tutti la presenza all’interno come all’esterno della famiglia di relazioni con persone premurose e solidali.
Questo tipo di relazioni crea un clima di amore e di fiducia, e fornisce incoraggiamento e rassicurazione favorendo, così, l’accrescimento del livello di resilienza.
Altri fattori che ne favoriscono lo sviluppo sono:
- OTTIMISMO: è la disposizione a cogliere il lato buono delle cose, la tendenza ad aspettarsi un futuro ricco di occasioni positive, la propensione a sminuire le difficoltà della vita, cercando sempre di trovare la soluzione ai problemi.
- AUTOSTIMA: una elevata autostima protegge da sentimenti di ansia e depressione e influenza positivamente lo stato di salute fisica. Si riferisce ad una visione positiva di sè
- HARDINESS: tratto di personalità che comprende tre dimensioni:
1. CONTROLLO-convinzione di essere in grado di controllare l’ambiente circostante e l’esito degli eventi, mettendo in atto tutte le risorse per affrontare le difficoltà.
2. IMPEGNO- definizione e perseguimento di obiettivi.
3. SFIDA- visione dei cambiamenti come incentivi e opportunità di crescita.
-EMOZIONI POSITIVE: capacità di sostituire gemiti e lamenti con emozioni positive.
- SUPPORTO SOCIALE: capacità di costruire relazioni eterogenee e molteplici che possano sostenere l’individuo nei momenti difficili.

Per conoscere il proprio livello di resilienza, un sistema che facilita l’individuazione delle risorse personali è quello di cercare di fornire risposte a queste semplici domande:
• quali eventi sono risultati particolarmente stressanti per me?
• in che maniera questi eventi mi hanno condizionato?
• nei momenti difficili ho trovato utile rivolgermi a persone per me significative?
• nei momenti difficili quanto ho appreso di me stesso e del mio modo d’interagire con gli altri?
• è risultato utile per me fornire assistenza a qualcuno che stava attraversando momenti difficili come quelli da me sperimentati?
• sono stato capace di superare le difficoltà ed, eventualmente, in che modo?
• che cosa mi ha consentito di guardare con maggiore fiducia al mio futuro?

La “resilienza” può quindi essere appresa, sviluppando l’autostima, l’autoefficacia, l’abilità di tollerare le frustrazioni della vita senza lamentarsi, la capacità di risolvere i problemi e di produrre cambiamenti, la speranza, la tenacia, il senso dell’umorismo: La resilienza non è dunque una caratteristica che è presente o assente in un individuo; essa presuppone invece comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere appresi da chiunque in qualunque circostanza.
Avere un alto livello di resilienza non significa non sperimentare affatto le difficoltà o gli stress della vita, avere un alto livello di resilienza non significa essere infallibili ma è resiliente chi è disposto al cambiamento quando necessario, chi è disposto a pensare di poter sbagliare, ma anche chi si dà la possibilità di poter correggere la rotta.

In sintesi la resilienza è la capacità di superare e uscire rinforzati dalle difficoltà ordinarie della vita, come quelle che si incontrano nella genitorialità, nel lavoro, ma anche da quelle straordinarie, come una malattia grave. Pur avendo aspetti che riguardano l'unicità e la specificità di ogni individuo, la resilienza è un impegno educativo e sociale. Infatti i fattori protettivi che permettono a tutti, anche a chi è partito da una situazione di svantaggio, di "risalire la china" e avere una vita soddisfacente, possono essere sviluppati. La resilienza può cioè diventare nucleo di progetti-intervento nel campo della prevenzione primaria e secondaria e nella promozione della salute sia finalizzati a singoli individui che a gruppi.

Per approfondire:

Affrontare la vita. Che cos'è la resilienza e come svilupparla
di Anna Putton, Michela Fortugno - Carocci- Faber, 2006.

Domenico Di Lauro, La resilienza, Milano, Xenia Edizioni, 2012.

Pietro Trabucchi, Resisto dunque sono, Corbaccio, 2007

Pietro Trabucchi, Perseverare è umano. Come accrescere la resilienza negli individui e nelle organizzazioni. La lezione dello sport, Corbaccio, 2010
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